Negli ultimi decenni, al nostra
alimentazione è profondamente cambiata sia sotto il profilo qualitativo
che quantitativo, tale cambiamento però è stato così repentino da non
consentire al nostro organismo di adattarsi alle mutate condizioni.
C’è
ampio accordo oggi nel mondo scientifico sul fatto che le malattie più
frequenti siano da mettere in relazione con il tipo di alimentazione
attualmente diffusa. Negli ultimi decenni è stata riscontrata una
notevole crescita di interesse nei confronti delle reazioni avverse al
cibo dovute alle intolleranze alimentari e alle allergie.
Le
motivazioni dell’enorme aumento di questo tipo di patologie sono
diverse, fra queste si possono sicuramente annoverare la grande
disponibilità di ogni cibo, l’uso massiccio e continuativo dello stesso
alimento, i sistemi di coltivazione, lavorazione, conservazione degli
alimenti e le produzioni OGM che sembra potranno produrre quadri
sintomatologici nuovi, più subdoli e più difficilmente da individuabili
degli altri.
La definizione di allergia e intolleranza viene spesso
confusa e sovrapposta, questo purtroppo non solo da parte della gente
comune ma spesso anche dalla classe medica. Questo è dovuto al fatto che
la determinazione di questi concetti è relativamente recente, inoltre
non sempre le comprovazioni sperimentali delle varie metodologie sono
accettate universalmente da tutta la comunità scientifica.
ALLERGIA ALIMENTARE
L’allergia
alimentare è una risposta inappropriata e dannosa dei meccanismi di
difesa dell’organismo verso alcune sostanze. Un allergia è ben
individuabile in quanto presenta una sintomatologia immediata dovuta ad
una forma di ipersensibilità specifica agli alimenti che causa una
reazione anormale del sistema immunitario.
La maggior parte delle
allergie alimentari è il risultato di una reazione innescata dalle
immunoglobuline E (IgE) sensibilizzate da un particolare allergene. Le
IgE una volte prodotte in seguito allo stimolo allergico, si fissano
alla superficie di altre cellule, i mastociti, localizzati nei tessuti
connettivi, che contengono sostanze capaci di indurre rapidamente una
reazione infiammatoria, come l’istamina.
Contemporaneamente altre
cellule dell’infiammazione vengono attivate e reclutate nelle sede della
reazione allergica con una conseguente liberazione di mediatori. Quando
ha inizio l’evento infiammatorio, nel tentativo di isolare l’allergene,
si scatenando i seguenti effetti:
- dilatazione dei piccoli vasi sanguigni (arrossamenti);
- aumento della permeabilità dei vasi sanguigni (edema);
- contrazione della mucosa liscia delle vie respiratorie o dell’intestino provocando broncospasmo e/o dolori addominali;
- stimolazione delle terminazioni nervose della cute (prurito e dolore).
La
gravità della reazione è diversa da individuo ad individuo e può
variare da una forma leggera sino allo shock anafilattico, causato una
violenta caduta della pressione ematica e da possibili difficoltà
respiratorie.
Vi possono essere reazioni allergiche ad azione
ritardata che non necessariamente coinvolgono le IgE. Queste reazioni
producono risposte immunitarie cellulo-mediate attraverso i linfociti T e
le cellule “spazzine”. Questo fenomeno si riscontra anche nella
sensibilità al glutine ed in alcune forme di allergia al latte vaccino.
INTOLLERANZA ALIMENTARE
Le
intolleranze alimentari non provocano quasi mai reazioni violente
nell’organismo ma seguono un decorso lento e mai improvviso. Agiscono in
relazione alla quantità di alimenti non tollerati ingeriti che
provocano un accumulo di “tossine” nell’organismo. L’intolleranza
determina l’insorgere di sintomi sovrapponibili a quelli dell’allergia
ma se ne differenzia in quanto il sistema immunitario non viene colpito.
L’intolleranza ad un cibo può comprendere: un’ intolleranza specifica
quando è causata da un cibo particolare o un’intolleranza non specifica
quando è causata da additivi, componenti naturali o microrganismi
presenti in un alimento. È molto difficile la diagnosi delle
intolleranze alimentari perché:
- la diagnosi si effettua al momento del consumo dell’alimento, inoltre i test possono essere
- particolarmente sensibili;esiste un numero quasi illimitato di alimenti ed additivi che sono in grado di provocare una risposta allergica;
- le reazioni variano da individuo ad individuo e, specialmente nei bambini, possono cambiare nel tempo;
le
risposte allergiche possono manifestarsi dopo un considerevole periodo
dall’ingestione dell’alimento e quindi sono di difficile valutazione ed
interpretazione diagnostica.
I sintomi delle intolleranze possono essere:
- SISTEMA
GASTROINTESTINALE: formicolio ed edema della mucosa orale, dolori
addominali, meteorismo, vomito, diarrea, stipsi. Nel caso di
intolleranza cronica puòverificarsi perdita di sangue o di proteine
plasmatiche nel lume intestinale con danni alla mucosa intestinale;
- CUTE: dermatite, orticaria, angio-edema ed eczema possono essere conseguenze comuni
- SISTEMA
RESPIRATORIO: possono verificarsi riniti, edema laringeo e
manifestazioni asmatiche, gengive gonfie, difficoltà di deglutizione,
faringiti, laringiti, afte, raucedine;
- SISTEMA NERVOSO CENTRALE:
i sintomi comprendono emicrania, depressione, sonnolenza,
affaticamento, ansia, difficoltà di concentrazione;
- CUORE E VASI SANGUIGNI: angina palpitazioni, tachicardia, anemia, infiammazioni venose ed arteriose;
- MUSCOLI E ARTICOLAZIONI: crampi, spasmi, rigidità muscolare, dolori articolari.
Tra
le teorie più diffuse sulle intolleranze alimentari vi è quella di
Selye che spiega come l’attacco continuo dell’evento o elemento
stressante (antigene) potrebbe provocare una sorta di “sovrallenamento”
del sistema immunitario che richiede un periodo di “riposo”
dall’esposizione all’elemento per riadattarsi poi poco alla volta.
Altre
concause che possono contribuire allo sviluppo di un’intolleranza
possono essere: carenza minerale (zinco, manganese, selenio, rame, e del
corretto rapporto tra calcio, sodio, potassio, magnesio) e assorbimento
alterato dovuto ad un’alterazione della flora batterica intestinale
causa uso di antibiotici, antinfiammatori, lassativi ecc… .
Una
volta individuato l’alimento o l’elemento intollerante questo andrà
eliminato per qualche mese (2/4) per poi reintrodurlo gradualmente, da
ciò si evince quindi che l’intolleranza non è una manifestazione
permanente, ma temporanea e soprattutto molto variabile nel tempo.
TEST DI RILEVAMENTO DELLE ALLERGIE E DELLE INTOLLERANZE
Vi
sono molti tipi di test per il rilevamento delle allergie ed
intolleranze alimentari, di seguito verranno elencati im test più
diffusi:
- RAST –
ELISA – FAST – MAST : si tratta di analisi molto simili e si eseguono
tramite prelievo ematico, l’obiettivo è quello d’individuare le allergie
alimentari IgE o IgG mediate.
- PRIK e SCRATCH TEST: sono test da
intradermo reazione e sono test cutanei che si eseguonomettendo una
goccia di sostanza allegizzante sulla pelle dove viene inoltre
effettuato un graffietto cutaneo. La reazione dermica che si riscontra
va messa a confronto con altri due punti dove in uno è stata messa
soluzione fisiologica e nell’altra una goccia d’istamina.
- PATCH
TEST: sempre della famiglia delle prove cutanee, consiste nell’applicare
sulla schiena dei cerotti che contengono una determinata concentrazione
delle sostanze da testare. La lettura dei risultati viene effettuata
dopo circa 72 ore e dovrebbe consistere in eventuali positività di tipo
eczematoso o vescicolare.
TEST RILEVAMENTO INTOLLERANZE:
- CITOTEST: test piuttosto accreditato in quanto mette in evidenza una reazione immunitaria
determinata dalla reazione dei globuli bianchi. Si effettua prelevando
il sangue del paziente e lo si mette a confronto con una serie di
sostanze alimentari. Analizzando al microscopio si stabilisce il
rigonfiamento dei granulociti (tipo di globuli bianchi) e lo si
classifica secondo quattro livelli in base al rigonfiamento più o meno
accentuato.
- MISURAZIONE DELLA TENSIONE MUSCOLARE: si assume o si
tiene in mano un alimento o una sostanza e quando a questa si è
intolleranti la forza muscolare diminuisce talvolta anche in modo netto.
- METODO
KINESIOLOGICO: testa la diminuzione di forza in modo manuale, agendo
sulla muscolatura della mano tramite il test dell’O-Ring (occhiello tra
pollice e indice). Impugnando una fialetta contenente un alimento
l’operatore cercherà di aprire l’occhiello, quando vi riesce il paziente
è intollerante all’alimento impugnato.
- DRIA TEST: utilizza lo
stesso principio del precedente, il presunto allergene viene
somministrato per via sublinguale e le rilevazioni vengono effettuate
con un’apparecchiatura che obbliga il paziente a posizioni certe e
perfettamente ripetibili e le rilevazioni sono fatte grazie un sistema
computerizzato.
- ELETTRO AGOPUNTURA DI VOLL (EAV) e VEGATEST:
tramite un’apparecchio elettrodiagnostico (simile ad un misuratore
d’impedenza) si misura la variazione di potenziale elettrico rilevata
lungo i punti dell’agopuntura cinese. Il primo rilevamento viene
effettuato in assenza di allergeni, il secondo viene registrato
inserendo una fiala omeopatica del principio da testare in un apposito
pozzetto che s’interpone fra il corpo e il rilevamento del dato. Se il
principio attivo causa intolleranze si registrano varie cadute di
potenziale elettrico.
Tra gli Alimenti, quelli che più frequentemente danno reazioni sono:
- Latte e derivati;
- Uova;
- Pesce e crostacei;
- Cereali, farine e lieviti;
- Nocciole e arachidi;
- Carne di maiale e pancetta;
- Cioccolato, the, caffè e alcolici;
- Mele e agrumi;
- Sedano e soia;
- Semi di sedano, anice, aneto;
- Spezie;
- Additivi, preservanti e coloranti.