domenica 6 gennaio 2013

PLICOMETRIA E COMPOSIZIONE CORPOREA


Voglio dimagrire ! voglio aumentare la massa magra ! voglio perdere peso ! voglio rientrare nei miei jeans che ora mi vanno stretti...!
Queste sono le richieste a cui maggiormente mi trovo a dover far fronte con le mie clienti e atlete. Prima di impostate un programma di allenamento e un piano alimentare sensato è giusto sottoporre il soggetto a dei test in modo da essere il più precisi possibili nella stesura del programma.
Nei casi soprariportati l’analisi della composizione corporea è il test di cui non si puà fare a meno. Pesare tot Kg non significa nulla ! Si deve sapere di cosa sono quei Kg muscoli o grasso ?
 
L’antropometria classifica i diversi individui in base a rapporti precisi tra misurazioni corporee, permettendo di inquadrare il soggetto in esame in termini di:
  • Rapporto peso/altezza;
  • Quantità di tessuto adiposo;
  • Localizzazione distrettuale del tessuto adiposo;
  • Quantità di massa magra;
  • Quantità e distribuzione della muscolatura scheletrica;
  • Valutazione di struttura e sviluppo osseo;
  • Valutazione del contenuto idrico e minerale totale.

Lo studio e la valutazione dei caratteri morfologici individuali riveste una grande importanza medica e fisiologica in quanto permette di prevedere molte delle reazioni di un dato individuo in relazione all’ambiente in cui vive o indotte da particolari situazioni quali tipologia di regime alimentare, di sforzo fisico, di attività lavorativa ecc.

Una delle metodiche più utilizzate dai preparatori atletici è la plicometria che valuta la massa grassa utilizzando lo spessore della plica cutanea. L’accuratezza e la precisione della misurazione delle pliche sono dovute al tipo di calibro utilizzato (plicometro), dall’esperienza dell’operatore e dall’esatta identificazione del sito del rilevamento.

Nell’ambito della letteratura specifica ci sono numerose equazioni plicometriche per la valutazione di un soggetto tra le quali le principali sono:
  • Metodo Jackson-Pollock: 3 pliche (uomo:pettorale, addominale, anteriore coscia; donna: tricipitale, sovrailiaca, anteriore coscia). I
  • Metodo Garrow-Webster: senza pliche; utilizza il peso, l’altezza e le circonferenze; è il metodo utilizzato in quei soggetti dove non c’è possibilità di uno o più distretti di rilevamento plicometrico perché la plica stessa è superiore ai 45 mm; si utilizza il BMI (indice di massa corporea) come valutazione di confronto.
  • Metodo Durin-Womersely: utilizza quattro pliche (tricipitale, bicipitale, sottoscapolare, soprailiaca). Utilizzato prevalentemente per soggetti con adiposità di tipo androide. È meno preciso rispetto al metodo Jackson-Pollock..
  • Metodo delle sette pliche: utilizza sette pliche (tricipitale, bicipitale, sottoscapolare, soprailiaca, anteriore e posteriore coscia, poplitea). È il metodo che più si adatta alle rilevazioni antropometriche adeguate al modello mediterraneo che presenta una localizzazione adiposa significativa nei distretti corporei inferiori. Non è un metodo specifico per l’atleta.

Per effettuare un buon test plicometrico, ci si dovrà attenere alle seguenti regole:
  • Svolgere i rilievi nella parte destra del cliente.
  • Identificare, misurare e segnare attentamente il sito di rilevamento.
  • Afferrare saldamente la plica fra pollice e indice della mano sinistra. La plica cutanea verrà tirata di 1 cm sopra il sito da misurare.
  • Mantenere lo spessore sollevato durante il rilevamento.
  • Posizionare le estremità del calibro alla plica, approssimativamente 1 cm al di sotto del pollice e dell’indice e rilasciare la pressione lentamente.
  • Fare il rilevamento quattro secondi dopo aver rilasciato completamente la pressione.


L’esame plicometrico dev’essere eseguito da soggetti esperti che da anni utilizzano il plicometro e quindi in grado di eseguire il test nel migliore dei modi.

Nel caso in cui l’operatore non sia un traienr esperto, ma anzi al contrario sia un soggetto che si sta formando professionalemnte allora è indispensabile attenersi a questi suggerimenti:
  • Essere meticolosi nella localizzazione dei tratti anatomici utilizzati per delimitare il sito del rilevamento, nel misurare la distanza ed evidenziare il sito con una matita demografica;
  • Eseguire i rilievi in ordine di rotazione (circuiti), piuttosto che in modo consecutivo; leggere il risultato del rilevamento con una approssimazione di 0.1 mm (Harpender o Holtain) o di 0.5 (calibri in plastica);
  • Fare un minimo di tre rilievi per ogni sito e farne la media;
  • Fare rilievi sulla cute detersa e priva di crema;
  • Non rilevare le pliche subito dopo l’allenamento, perché i cambiamenti nei fluidi corporei tenderebbero ad incrementare lo spessore;
  • Fare pratica su almeno 50-100 clienti; allenarsi a misurare facendosi assistere da un collega più pratico e confrontare i risultati;
  • Evitare di usare calibri di plastica se si è inesperti.
  • Inoltre è molto importante annotare l’ora del giorno, la fase del ciclo mestruale, la razza e la parte del corpo perché possono avere delle influenze sui rilievi delle misurazioni delle pliche (ciò vale in caso di confronti futuri).


La compressione del grasso varia secondo l’età, la taglia e lo stato di idratazione del corpo. Nei soggetti con tessuto sottocutaneo moderatamente compatto, la misurazione è relativamente facile, mentre in quelli che presentano un tessuto molto compatto, non facilmente deformabile, la misura presenta qualche difficoltà. Anzi è proprio in questi soggetti che può essere difficile raggiungere una uniformità di lettura. In alcuni casi si possono avere difficoltà nel misurare accuratamente individui obesi o molto muscolosi ed allora si useranno altri metodi come la impedenza bioelettrica per la valutazione del grasso corporeo.

La plicometria, quale tecnica non invasiva, ha molti vantaggi ma ha anche molti svantaggi. I vantaggi più evidenti sono:
  • La relativa semplicità nell’uso dello strumento;
  • Consente bassi costi di attrezzatura;
  • Consente di ottenere informazioni non solo sulla quantità di FM, ma anche sulla sua distribuzione distrettuale;
  • Le varie rilevazioni possono essere ripetute tranquillamente sullo stesso soggetto anche in tempi molto brevi;
  • Si possono applicare formule diverse e più adatte a seconda del soggetto come ad esempio gli atleti (equazione di Jackson-Pollock), soggetti con adiposità di tipo androide (equazione di Durin-Womersely) soggetti di tipo mediterraneo con localizzazione adiposa significativa nei distretti corporei inferiori (metodo 7 pliche) ecc.;
  • Ultimo ma non meno importante il fatto di non essere una tecnica invasiva.

 Purtroppo questo metodo possiede altrettanti svantaggi:
 
  • La plicometria non è utilizzabile su soggetti quali grandi obesi, anziani, ecc.;
  • La precisione della misurazione dipende in gran parte dall’abilità dell’operatore di mantenere uno standard omogeneo nell’utilizzo del plicometro;
  • Le misurazioni dovrebbero essere effettuate sempre dallo stesso operatore;
    Per essere più precisi bisogna ogni volta effettuare tre misurazioni e ricavarne la media;
    Non consente di conoscere la quantità di grasso viscerale;
  • Spesso si possono verificare misurazioni non attendibili perché si possono commettere errori come lo sbagliare braccio di rilevazione, applicare lo strumento in modo scorretto per cui risulta o troppo inclinato, o troppo superficiale o profondo, plica mal sollevata, tempo di lettura anticipato o tardivo;
  • bisogna individuare correttamente le sedi di rilevazioni della plica attenendosi alle indicazioni di base;
Invito chiunque vuole rimettersi in forma prima di iniziare programmi di allenamento o diete varie a sottoporsi ad una plicometria in modo da venire a conoscenza della propria composizione corporea. Dato che potrà essere poi verificato a cadenze precise per verificare se allenamento e dieta stanno funzionando, oppure se si devo apportare delle modifiche alle metodiche che si stanno utilizzando.

So che ora che avete finito di leggere questo articolo vi state facendo la plicometria manuale ! cosa sto dicendo ? questo.....


spero sia andata bene !!!

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